I Pangoccioli #fablesdesucre e la festa del papà

-
6 Commenti

*Avrei voluto giocare con lui quando ero piccola, ma il suo lavoro lo portava sempre via: lo ricordo soprattutto in due situazioni, mentre si preparava per andare a lavorare oppure la sera, se già non dormivo, quando tornava a casa, stravolto dal lavoro. A volte non tornava neppure a casa.
Ed avevo la sensazione, per lui, di arrivare sempre dopo a tutto.
Mio padre mi è sempre sfuggito, ed ancora oggi è così.
Prima me lo portava via il lavoro, adesso me lo sta portando via il tempo.
Soprattutto negli ultimi anni, ogni volta che lo vedo, mi accorgo che è sempre più vecchio, ma anche se lo vedo fragile, insicuro, invecchiato, anche se sembro più forte di lui, in realtà so che non è così.
Ancora adesso gli basta una parola per farmi male. Anzi, anche meno, il tono della voce, una parola non detta, un silenzio.
Ancora adesso basta un’espressione, l’angolo del labbro che esprime delusione, disapprovazione. Ho sempre fatto tutto con la testa rivolta verso di lui, in attesa di uno sguardo, di un riconoscimento, una semplice parola – brava!
Ma la sua reazione era sbrigativa, al massimo una pacca sulla spalla, il regalo che gli avevo fatto appoggiato sul comodino.
Non poteva darmi nulla di più, perchè non solo mio padre non si è mai reso conto dei miei dolori, delle mie necessità e dei miei desideri, ma non si è mai reso conto nemmeno dei suoi.
Non è mai stato abituato ad esprimere i sentimenti, a prenderli in considerazione.
Forse per questo anche io stupidamente non l’ho mai visto come una persona che potesse avere dei desideri, delle paure, dei sogni.
A quest’uomo per anni ho chiesto amore in maniera sbagliata, ho cercato in lui quello che non c’era. Non vedevo, non capivo, ed adesso un po’ me ne vergogno.
L’amore che mi dava era nascosto nei sacrifici, nelle privazioni, nelle ore di lavoro e nella scelta di caricarsi di tutte le responsabilità.
A dire la verità, forse non era nemmeno una scelta, forse quella era la vita che tutti avevano fatto prima di lui. Mio padre è figlio di un contadino, una generazione che ha ricevuto insegnamenti chiari ed essenziali, sposarsi, fare figli, lavorare per la famiglia.
Non c’erano argomenti diversi su cui interrogarsi, solo ruoli prestabiliti.
Sono figlia di un uomo che è stato chiamato dalla vita alle armi, per combattere una guerra privata. Una guerra non fatta per vincere, ma per pareggiare i conti, per sopravvivere, per garantire un futuro senza preoccupazioni economiche alla sua famiglia.
Amo mio padre.
Amo quest’uomo di cui ho percepito soprattutto l’assenza, che ancora oggi non riesce ad abbracciarmi ed a dirmi “Ti voglio bene”.
In questo siamo uguali, nemmeno io riesco a farlo.*

Auguri papà

liberamente tratto da Fabio Volo, “Il tempo che vorrei” 

 

La scelta di scrivere questa ricetta oggi non è propriamente casuale.

Oggi è la festa del papà ed ho pensato a Claudio.

La nostra conoscenza è molto superficiale, ma da quelle poche frasi che ci siamo scambiati, a volte scendendo anche nel personale, lo immagino come un papà “moderno”, diverso da quello che ho avuto io e quasi tutti quelli che appartengono alla mia generazione, un papà che non si occupa solo del lavoro e della gestione di bilanci famigliari, ma una figura presente e fondamentale nella vita dei suoi figli.

Da quando i papà hanno imparato a manifestare le proprie emozioni e a muoversi a proprio agio nel campo degli affetti? Da quando le responsabilità famigliari tolgono loro tempo al lavoro e non viceversa? Da quando desiderano prendersi cura dei figli per non perdersi le fasi più importanti della loro vita?

Non lo so, ditemelo voi, so solo che è una bella conquista: quello che i padri di oggi hanno perso in termini di autorità, lo hanno guadagnato in fatto di umanità e attenzione verso le reali esigenze dei figli, magari anche dovendo fare di necessità virtù, imparando all’occorrenza a sostituirsi alla figura materna.

Bè, allora pensando a Claudio ed al blog che scrive a due mani con Eva, Fables De Sucre, vi voglio lasciare questa loro ricetta che ho fatto, i pangoccioli, con piccole modifiche e che ho trovato f a v o l o s i!

 

PicMonkey Collage

 

I Pangoccioli

I Pangoccioli

La ricetta originale qui

Ingredienti

    Dose per 28 pangoccioli da 50 g:
  • 500 g di farina Multicereali Qb Molino Grassi
  • 150 g di lievito madre rinfrescato da 3-4 ore
  • 25 g di fiocchi di patate (oppure 50 g di patate lesse schiacciate, in caso togliete 50 g di latte)
  • 150 g di zucchero di canna
  • 40 g di tuorli (circa 2 tuorli)
  • 280 g di latte fresco
  • 100 g di burro
  • 8 g di sale
  • 150 g di gocce di cioccolato fondente
  • vaniglia dalle bacche
  • Per spennellare: latte

Preparazione

  1. Prima di iniziare metti le gocce di cioccolato nel congelatore, così saranno ben fredde e non si scioglieranno, lasciando quelle brutte strie scure nell'impasto.
  2. Metti nella ciotola dell'impastatrice la farina, il lievito, lo zucchero, i fiocchi di patate, i tuorli e metà del latte.
  3. Fai girare ed aggiungi il restante latte a poco a poco, facendolo assorbire lentamente.
  4. Quando l'impasto incomincia a prendere corda, aggiungi il sale e fai girare finchè sarà liscio ed omogeneo, aggiungi infine il burro a temperatura ambiente, mescolato con la vaniglia, e fai assorbire in più volte.
  5. Questo accorgimento è sempre valido ed è motivato dal fatto che gli olii aromatici della vaniglia sono liposolubili, quindi incorporandoli al burro, il profumo viene veicolato in modo più intenso.
  6. Metti l'impasto in una ciotola, lascia a temperatura ambiente per un paio d'ore e poi metti in frigorifero per tutta la notte coperto con pellicola.
  7. Il mattino dopo, lascia acclimatare un altro paio d'ore fuori dal frigorifero, poi dividi in pezzature da 50 g ed arrotonda a formare dei panini che disporrai sopra una teglia coperta da carta da forno, ben distanziati tra loro.
  8. Copri con un foglio di plastica, metti in luogo tiepido e fai lievitare fino al raddoppio.
  9. Il tempo dipenderà dalla temperatura, potrai arrivare fino ad 8 ore.
  10. Quando sono pronti spennella con il latte ed inforna in forno caldo a 180°C per circa 12 - 15 minuti.
  11. Sfornali quando non sono troppo scuri e lascia raffreddare sopra una gratella.

Note

Puoi anche formare i panini dopo un riposo di solo mezz'ora in frigorifero e procedere subito alla fase di lievitazione. Se non hai la pasta madre, pur con altro risultato, usa 15 g di lievito di birra, magari facendo un lievitino, cioè mescolandolo con un poco del latte e tanta farina quanto basta per fare una pastella, che lascerai raddoppiare prima di unirla agli altri ingredienti. I tempi di riposo si riducono a 30 minuti, quelli di lievitazione al massimo a 2 ore.

https://www.valentinavenuti.it/2015/03/i-pangoccioli-fablesdesucre-e-la-festa-del-papa/

 

6-DSC_0046

Ci sono 6 commenti su I Pangoccioli #fablesdesucre e la festa del papà

  1. Claudio
    19 Marzo 2015 alle 22:16 (9 anni fa)

    Onorato per il giorno, per le parole, per la fiducia e anche per il giudizio. Insomma, per tutto, grazie Vale :-)

    Rispondi
  2. Marinella
    20 Marzo 2015 alle 11:15 (9 anni fa)

    Peccato… io non ho il lievito madre.. :( Saranno buonissimi..

    Rispondi
    • Valentina Venuti
      20 Marzo 2015 alle 12:24 (9 anni fa)

      Marinella,nelle note c’è scritto come farli con il lievito di birra!

      Rispondi
  3. Monica
    20 Marzo 2015 alle 12:20 (9 anni fa)

    Bellissimo tutto…la ricetta, il post, la dedica…
    Hai ragione i papà di oggi sono molto diversi da qualche decennio fa…hanno modificato il ruolo in tutto dando nuova linfa alla famiglia e un po’ di respiro alle mamme…che qualche volta però si ritrovano a dover vestire i panni del duro di casa!!! Ahahahah!!! E lo so non sono mai contenta…ma sono o non sono genovese??!?!!?

    Smack
    moni

    Rispondi
  4. Camj
    18 Giugno 2015 alle 16:11 (9 anni fa)

    Interessante ricetta! Sto iniziando a fare questo impasto che sembra ottimo e vorrei chiedere quando vanno inserite le gocce di cioccolato nell’impasto, all’inizio dell’impatto o al momento dello staglio? Grazie

    Rispondi
    • Valentina Venuti
      23 Giugno 2015 alle 23:52 (9 anni fa)

      Scusa, sono in ritardo con la risposta!!! alla fine, amalgamandole appena all’impasto ;)

      Rispondi

Lascia la tua risposta a Camj Cancella la risposta

Benvenuto e grazie di esserti fermato! Se ti fa piacere lascia qui un tuo commento, per me è importante sapere quello che pensi e se potrò ti risponderò volentieri o passerò a trovarti.