Vinitaly 2016 – parte prima
E noi qui sosteniamo che non il ridere, bensì il bere è il proprio dell’uomo.
Non dico già bere semplicemente e in assoluto,
perché così bevono anche le bestie;
dico bere vin buono e fresco.
François Rabelais
Due giornate a Vinitaly, inizi al mattino e finisci la sera.
Ascolti parole come territorio, sentori, poesia, storia, identità, cultura.
Respiri dedizione, passione, sacrificio, sudore.
Osservi impegno, serietà, convivialità.
Assaggi tanto ma mai quanto vorresti.
Stringi mani sconosciute, prendi accordi.
E ritrovi vecchi amici.
Enzo Boglietti che, insieme a suo fratello Gianni, produce vini di assoluto rilievo, con uve provenienti dai loro vigneti ubicati nei comuni di Barolo, Monforte, Serralunga, Roddino e Sinio, tutti inseriti in un territorio da sempre vocato alla coltivazione della vite, in special modo di un vitigno nobilissimo come il Re Nebbiolo.
Lo scorso anno ho personalmente visitato la sua azienda, alcuni suoi vigneti e la sua cantina; durante la visita ho degustato tutta la loro produzione, che in parte ho ritrovato al Vinitaly. Qui ho focalizzato la mia attenzione sul barolo: barolo Boiolo 2012, barolo Fossati 2012, barolo Case Nere 2012, barolo Brunate 2012 e barolo Arione 2011. E’ stato un crescendo di piacevolissime sensazioni.
Boiolo
Il colore è di un rosso rubino intenso e luminoso; al naso si presenta con tutto il suo corredo olfattivo, fatto di frutti di bosco e rosa appassita, moderatamente speziato, con vaghi sentori che ricordano la polvere di cacao; in bocca entra rotondo e piacevole, avvolgente con un ritorno finale di spezie, specie quelle dolci.
Un vino ideale per un filetto di angus al pepe verde.
Fossati
Le uve provengono anche da vigneti che hanno oltre 60 anni e l’affinamento tra botte piccola e grande dura almeno 24 mesi. Si ottiene un vino dal colore rubino carico, con primi segnali di granato; al naso si presenta subito generoso, con ricordi di piccoli frutti rossi scuri, leggere note eteree, fiori rossi appassiti ed un finale delicatamente speziato. In bocca sprigiona la sua forza con una trama tannica importante, leggermente ruvida che rilascia un finale decisamente lungo.
L’agnello al forno con i carciofi sarebbe un degno compagno di viaggio.
Case Nere
Tra i cinque si è dimostrato il più irruento a causa del suo tannino ancora verde ed astringente. Il colore è sempre molto luminoso ed invitante, il naso comincia già ad essere impregnato di lievi note balsamiche, intenso, ricco di richiami ai frutti rossi di bosco maturi. In bocca è roboante, anche se il suo ancor giovane tannino è ben equilibrato dai richiami olfattivi che con forza emergono, donando un finale lunghissimo.
In questo caso un abbinamento armonico potrebbe essere lo stufato di cinghiale.
Brunate
E’ stato una grande conferma: colore di un rosso rubino sublime ed intenso, tendente al granato. Al naso si offre imponente, ricco di aromi speziati, terrosi, di frutti di bosco sotto spirito, ed erbe officinali. Una complessità olfattiva molto elegante. In bocca si presentano da subito tannini setosi ed avvolgenti, regalando un finale lungo e profondo.
La potenza, la finezza e l’eleganza di questo barolo, seppur ancor giovanissimo, mi fanno preferire un piatto apparentemente poco strutturato come una tartare di fassona condita con un mix di pepe nero e bianco.
Arione
La vera ciliegina sulla torta. Morbido, delicato e allo stesso tempo potente, pieno di aromi al naso e al palato, con tannini fitti e levigati, persistente e piacevolmente lungo. Il finale infatti è un rincorrersi di richiami alla polvere di caffè, al cacao tostato, alle speziature dolci come la cannella.
Agnolotti ripieni di brasato di manzo conditi col sughetto di quest’ultimo arricchiti da una “grattata” di tartufo bianco d’Alba delizieranno il vostro palato ed il vostro spirito.